Il parapendio, pur essendo privo di motore, vola sfruttando i principi dell’aerodinamica. Proprio come un aliante, la sua forma alare crea una differenza di pressione tra l’estradosso (superficie superiore) e l’intradosso (superficie inferiore). Questa differenza di pressione genera una forza verso l’alto chiamata portanza, che contrasta la forza di gravità e permette al parapendio di rimanere in aria. Per generare portanza, il parapendio deve necessariamente avanzare. Per questo motivo, il decollo avviene sempre da un punto elevato, come una montagna, che permette al velivolo di acquisire la velocità necessaria. In assenza di rilievi montuosi, come nel nord Europa, si ricorre al traino di un aereo o di un verricello per far acquisire al parapendio la velocità iniziale. Ma come fa il parapendio a salire se non ha un motore? La chiave di volta è l’aria ascendente. Immagina di soffiare sopra un foglio di carta: il foglio si solleva. Lo stesso principio vale per il parapendio. Quando il parapendio incontra una corrente d’aria che sale più velocemente di quanto il velivolo stesso scende, viene letteralmente trascinato verso l’alto. Queste correnti d’aria ascendente, chiamate termiche, si formano per il riscaldamento del terreno da parte del sole. I piloti di parapendio esperti imparano a riconoscere e sfruttare le termiche per guadagnare quota e prolungare il loro volo.